Si tratta probabilmente della via più nota e una delle più frequentate della Carra Saettiva insieme a Sole d'Autunno.
Attrezzata e salita nella primavera del 1990 insieme a Renato Poy e Ivo Bronzino, avevamo impiegato solo spit-rock da 8mm e catene alle soste, realizzando di fatto una delle prime vie multipitch sportive in Italia.
Allora era quasi una novità poichè, a parte i monotiri e le brevi vie di falesia, le vie lunghe in Italia venivano attrezzate prevalentemente con chiodi tradizionali da fessura e chiodi a pressione su placca che certamente non potevano garantire la stessa tenuta degli spit (venivano infatti impiegati per una progressione in artificiale..).
Sebbene la via fu realizzata secondo criteri di massima sicurezza (con passaggi obbligatori ma senza eccedere in distanze eccessive delle protezioni), i materiali con cui venivano realizzati i dispositivi di sicurezza dell'epoca, non potevano garantire gli stessi standard di sicurezza attuali. In particolare le piastrine degli spit che, essendo realizzate in alluminio, con il tempo si scoprì essere soggette ad un'ossidazione corrosiva/distruttiva (dovuta alle correnti galvaniche di cui allora non se ne conoscevano gli effetti.. mentre oggi la produzione con questo materiale è bandita), perciò, prima o poi, sarebbe stato necessario procedere con la sostituzione delle protezioni in parete.
La recente richiodatura effettuata a fine ottobre 2014 ha riportato la via su livelli di sicurezza elevati, anche se da parte dei fruitori è sempre necessaria un'attenta valutazione dello stato degli ancoraggi (i fix Raumer impiegati nella richiodatura sistematica della parete presentano una criticità che è bene tenere sotto controllo..).
Per la richiodatura sono stati impiegati spit-fix inox 10mm e catene Raumer inox ad ogni sosta con doppi anelli di calata integrati.
Il tracciato della via fu in seguito cambiato, ma per capirne i motivi bisogna ritornare a ciò che venne fanno durante l'apertura e cosa avvene in una successiva ripetizione..
Nella primavera del 1990, data in cui avevamo aperto la via, una volta stabilita la posizione di sosta 4 (in linea con l'uscita del tiro precedente), ci trovammo ad avere a che fare con un tetto sopra di noi apparentemente insormontabile, perciò, sfruttando una cengia obliqua a fianco della sosta, ci spostammo verso dx (con un traverso che in seguito si dimostrò essere eccessivamente lungo..) per cercare un punto debole che ci avrebbe permesso di superarlo..
Andando a dx, nonostante le notevoli dimensioni del tetto, grazie alla presenza di rocce accatastate sulla cengia sottostante, riuscimmo ad avvicinarci al bordo (in quel tratto assomigliante ad una sorta di sperone sospeso..) e a superarlo con relativa facilità.. (passo di equilibrio di 5b).
Sebbene così facendo avessimo trovato il punto debole che ci permise di salire oltre, di fatto avevamo percorso un'altra linea logica che idealmente (allora non c’era nulla) sarebbe appartenuta ad un’altra via..
Ritornando a tempi più recenti, durante una ripetizione effettuata con Andrea Garello in data 20/09/2016, giunti in sosta 4, non ricordando più che la spittatura del tiro successivo, realizzata molti anni prima durante l'apertura della via, era spostata molto più a dx, non avendo con me protezioni mobili, mi trovai costretto a dover proseguire senza potermi proteggere..
Per riuscire in questo mi spostai a sx della sosta per diversi metri sino ad incontrare rocce facili che mi permisero di aggirare il tetto sulla sx e di portarmi successivamente al disopra dello stesso obliquando verso dx, fino a giungere alla sosta superiore allestita per le doppie con la corda libera e verticalmente allineata alla sosta sottostante dove c'era il mio compagno...
Andrea perciò, per una serie concomitante di "coincidenze", non essendoci rinvii che lo obbligavano a seguire un percorso diverso.. si trovò con la corda allineata dall'alto di fronte a quel passaggio che avrebbe permesso il superamento del tetto direttamente sopra S4..
Disse che si poteva passare in libera e provandolo trovò di fatto il proseguimento logico della via che in quel tratto mancava da sempre..
Ritornare sulle queste pareti di roccia dopo 24 anni in cui avevo fatto altro.. ritornare sulla stessa via in cui all'epoca dell'apertura rimase qualcosa di irrisolto e trovarne la soluzione insieme ad Andrea in quel modo.. mi fece pensare che a volte, anche senza saperlo.. abbiamo un compito da portare a termine..
Evidentemente era "scritto" da qualche parte che la via doveva ritenersi conclusa solo se avessimo trovato la sua completa logicità, poichè, a dettare la linea di salita di una via non è mai la via stessa ma bensì la parete..
Secondo questa "visione" il compito principale di chi decide di aprire una via è solo quello di "leggerne" al meglio il percorso logico e di rispettarlo.. perciò, in data 28/11/2018, ho attrezzato il nuovo 5° tiro che supera direttamente il tetto sopra S4 essendo questo il percorso più naturale e logico su cui far proseguire la via…
il tutto è poi rientrato in un progetto di razionalizzazione e ricerca delle linee di percorrenza più logiche del Roc du Preve che, oltre ad aver dato a Giochi di Primavera la sua naturale linea di percorrenza, ci ha permesso di realizzare contestualmente Genesi Atto Finale il concatenamento di vie più lungo del Roc du Preve (con uno sviluppo verticale complessivo di 210 mt.) reimpiegando la chiodatura dell'ex 5° tiro di Giochi di Primavera che, come detto, all'epoca dell'apertura percorse un linea logica appartenente ad un'altra via..
Maurizio
Scorrere all'interno della scheda superiore per effettuarne una completa consultazione