Una visione diversa..
A volte si sente la necessità di dover lasciare qualcosa.. qualcosa che possa essere apprezzato nel tempo da chi, avendo la tua stessa passione, sappia coglierne il valore.. e l'apertura di vie di più tiri su belle pareti di roccia può essere il mezzo per dare seguito a questa "necessità"..
Oggi, nel giro che conta, si cercano pareti al limite dell'inviolabilità, vantandosi poi di aver aperto una via multipitch che nessun'altro o pochi altri andranno a ripetere..
Una via di 700/800 mt. con difficoltà fino all'8c e spit che sul "facile" (6c) sono posizionati a non meno di 6/7mt. l'uno dall'altro, difficilmente verrà ripetuta..
Ma è forse questo il vero obiettivo a cui tutti noi dobbiamo tendere o c'è anche dell'altro?
Una visione completamente antitetica rispetto al gotha dell'arrampicata moderna, mi porta a pensare che ci sia anche dell'altro.. e che il successo di una via lo si misuri soprattutto nel numero elevato di ripetizioni piuttosto che nel livello di difficoltà e di pericolosità della stessa..
A tal proposito credo che i fattori che determinano un elevato n.ro di ripetizioni possono essere i seguenti:
Una via di più tiri è bella quando:
Quanto sopra potrebbe sembrare un elenco di caratteristiche scontate e si è portati a credere che in una via possano essere tutte contemporaneamente presenti ma, nella realtà, non sempre questo avviene e non sempre c'è la volontà da parte degli apritori di cercarle e/o realizzarle nel loro insieme..
Riguardo il punto sulle difficoltà medio/basse, vorrei aggiungere alcune considerazioni..
Fino a qualche tempo fa la mentalità del "supereroe" oltre che in parete, regnava sovrana anche in falesia e si pensava che al disotto del 6a non fosse necessario "spittare" o che la spittatura non dovesse rispettare alcuna regola di buonsenso..
Non di rado capitava di trovarsi su vie dove il primo spit era posizionato a 4 mt. da terra il secondo a 7 mt. ed il terzo a 15 mt... in modo tale che da qualsiasi punto si rinviasse, in caso di volo, l'impatto con il suolo era pressoché sicuro..
Questa mentalità aveva fatto sì che l'arrampicata in generale rimanesse uno sport di nicchia per pochi eletti ed anche le stesse vie, vista la scarsa frequentazione, non venissero mantenute a dovere, diventando nel tempo ulteriormente insicure..
Oggi, il ristretto gruppo di persone che si dedica all'apertura delle vie in falesia, avendo intuito che da parte di molti c'è l'esigenza di frequentare falesie "facili", soprattutto ben spittate e con soste sicure, controllabili e facilmente manutenibili, sta abbandonando la mentalità di cui sopra orientandosi su qualcosa di più fruibile che possa allargare la cerchia dei nuovi frequentatori.
A proposito di falesie "facili", qui in Piemonte ne abbiamo un fulgido esempio oltrealpe: nel Brianconnais vi sono falesie attrezzate da professionisti abilitati a svolgere tale attività dove, oltre ad essere rispettate tutte le norme di buonsenso, la distanza degli spit è uguale sia su vie di 4+ che di 8a e oltre.. con soste mantenute in perfetto stato anche grazie alla mentalità dei frequentatori che hanno il massimo rispetto del materiale infisso in parete..
La nuova mentalità che va diffondendosi anche da noi, sta portando alla nascita di nuove falesie che permettono a chi si avvicina alle pareti naturali per la prima volta o a chi passa dall'indoor alla falesia, di poterlo fare senza rischiare nulla se si applicano le dovute cautele.
Ma allora perchè non estendere questi concetti di maggiore accessibilità e sicurezza anche alle pareti medio/grandi in modo tale che chi voglia passare dal monotiro della falesia alle vie multipitch possa farlo senza correre rischi eccessivi, lasciando spazio al solo piacere mentale che ne consegue?
Ebbene, l'idea di attrezzare vie multipitch in luoghi oggettivamente belli con spittature cosidette "plaisir" è stato da sempre il mio obiettivo ..fin dai tempi di "Polvere di Stelle"
Maurizio Dalla Chiesa