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Sperone della Sfinge  - Aquila di Giaveno(TO)

 

Bella e particolare struttura di ottima roccia la cui somiglianza con uno dei più famosi monumenti dell'antico Egitto è davvero impressionante..  a tal punto da essere giocosamente spinti a pensare che gli egizi, prima di scolpire quella che tutti noi conosciamo, siano stati al cospetto di questa particolare struttura per copiarne le sembianze... 
Essa si trova in un vallone secondario del versante nord del monte Aquila di Giaveno che degrada verso la Val Sangone.
Il luogo si presenta con un aspetto particolarmente selvaggio ed alpino (nonostante la quota modesta a cui si trova, max 1500 mt. s.l.m.) ed essendo fuori dalle rotte iper-battute che portano verso la cima dell'Aquila (mete escursionistica arcinota), è un luogo ameno e tranquillo in cui passare intere giornate di arrampicata all'insegna del relax.    
Le pareti di gneiss granitoide di eccellente qualità che caratterizzano questa struttura si ergono al di sopra di valloni prativi adibiti al pascolo estivo da cui si innalzano suoni bucolici che vi accompagneranno per  gran parte del tempo durante le vostre scalate in parete..
Alla sera, quando i pascoli si ritirano, avrete l'opportunità di scalare in condizioni di assoluto silenzio (con tutto ciò che ne consegue in termini di sensazioni..) e, se la giornata è ventosa e con qualche striatura nel cielo, avrete l'opportunità di osservare la pareti della "Sfinge" tingersi di rosso, in particolare la parete ovest, amplificando ulteriormente le sensazioni di cui sopra.. (scorrendo la pagina in basso, alcune immagini potranno darvi un'idea di ciò che non può essere descritto a parole..).
 
Il periodo migliore in cui salire le vie va da marzo/aprile (a seconda di quando il sentiero di avvicinamento si libera dalla neve) fino a novembre, quando arrivano  le prime nevicate..
 
 
Motivazioni, caratteristiche & tipologia di arrampicata
Parlando con giovani climber che da poco si stanno dedicando all’arrampicata outdoor, in alcuni di loro ho sentito il desiderio e/o l’esigenza di scalare vie di più tiri, attratti dall’altezza, dalla maggiore esposizione delle grandi pareti e dalle intense sensazioni che potrebbero derivarne..
Per tutti però, esiste l’incognita che una via multipitch potrebbe non essere attrezzata come i monotiri che si trovano oggi nelle falesie, soprattutto quando si percorrono tratti a bassa difficoltà, poi, subentra l’incognita dovuta alla lunghezza, poiché, passando dalla falesia alle vie multipitch, potrebbe NON essere garantito un passaggio graduale in termini lunghezza e numero tiri.
Se si è abituati a percorrere il singolo monotiro in falesia, potrebbe risultare difficile passare di colpo ad una percorrenza di 10 lunghezze, isolandosi dalla base della parete per qualche centinaio di metri..
Oggi in falesia, le vie di qualsiasi grado e genere sono attrezzate per garantire standard di sicurezza elevatissimi (chiodatura corta e super sicura) e questo permette anche a chi è alle prime esperienze, di salire da primi vie che una volta potevano essere percorse (non senza rischi) solo da chi, avendo un grado molto più elevato, aveva un margine sufficiente per poterlo fare..
Credo che oggi, nell’ambito del multipitch vi sia la stessa problematica che si riscontrava una volta in falesia ovvero, su vie “facili”, la chiodatura è talmente rarefatta da impedire a chi vorrebbe cimentarsi per la prima volta di poterlo fare..  precludendo di fatto tale possibilità. 
Ebbene con Marco, avendo costatato che la "Sfinge" aveva tutte le caratteristche per poter venire incontro a questa particolare esigenza, abbiamo voluto realizzare vie multipitch ben protette che permettessero di raggiungere la sommità senza assumersi rischi eccessivi, avvalendosi di comode e spaziose soste per assicurare i compagni di cordata, alternandosi da primi nei vari tiri.
La chiodatura cosidetta "plaisir" con cui sono state attrezzate le vie, anche se in alcuni rari casi leggermente più lunga e impegnativa rispetto ad una falesia (si tratta sostanzialmente di una spittatura S1), permette di salire questi tracciati senza problemi anche a chi, fino alla volta precedente, aveva scalato solo montiri in falesia chiodati corti.
Questa ed altre caratteristiche di cui sopra, permettono quindi di affrontare il “salto” con facilità, venendo a contatto in modo graduale con il mondo multi, spalancando le porte a nuove e (a mio parere) più interessanti esperienze di scalata.
   
La varie vie fino ad oggi realizzate ben si prestano allo scopo didattico poiché, le soste, risultano tutte a vista e a portata di udito perciò le relative manovre possono essere suggerite/seguite (almeno a voce) dalla sosta sottostante..
 
 
Informazioni & peculiarità del luogo
L'Aquila di Giaveno è la più nota meta escursionistica dei torinesi data la vicinanza alla città e il facile accesso in auto fino al parcheggio dell'Alpe Colombino a 1261 mt. s.l.m. (con il relativo ristornate albergo) dal quale, in passato, partivano gli ex-impianti sciistici dell'Aquila.  
Nonostante le vie siano esposte a S/E e a S/W perciò molto soleggiate, il vallone in cui si trova lo Sperone della Sfinge risente complessivamente del minor irraggiamento solare del versante nord della montagna dell'Aquila.
I pendii circostanti, sebbene al sole per molte ore al giorno, essendo soggetti ad un irraggimento obliquo non si scaldano mai eccessivamente, perciò, anche in piena estate, si arrampica molto bene in maglietta di cotone (raramente senza) senza mai patire il caldo (e nemmeno il freddo..). 
Per contro, durante la stagione fredda, le temperature più basse rispetto agli altri versanti della Val Sangone e la presenza di neve nel percorso di avvicinamento a partire dal parcheggio delle auto.. (anche se purtroppo sempre più raramente), ne rendono più difficoltosa se non addirittura impossibile la fruibilità e l'accessibilità.  
E' doveroso e al contempo triste ricordare che prima dell'innalzamento delle temperature negli ultimi decenni, l'ex stazione sciistica dell'Aquila, durante il periodo invernale, si distingueva per un abbondante innevamento anche a quote basse (il manto nevoso era già considerevole a  partire dalla località più bassa di Prafieul) e per l'ottima qualità della neve grazie alle temperature costantemente basse e sensibilmente inferiori rispetto a quelle attuali.  
Il cambiamento climatico in atto, oggi si manifesta visibilmente anche nella copertura boschiva locale che, negli anni 60/70 terminava in prossimità del percheggio lasciando i declivi liberi da piante di qualsiasi misura e genere  mentre ora si è innalzata lussureggiante di oltre un centinaio di metri di dislivello diventando rada solo a partire da Pian del Secco a circa 1400 mt. s.l.m. .  
 
 
Maurizio
 
 
 
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